Attività fisica: protegge davvero il nostro cuore?

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 25 donne su 100 e 22 uomini su 100 sono assolutamente pigri
Attività fisica: protegge davvero il nostro cuore?
Risponde ALT con le nuove raccomandazioni europee per la salute cardiovascolare.

i soggetti attivi hanno un rischio di ictus più basso del 25-30% rispetto ai soggetti sedentari. Ad oggi 25 donne su 100 e 22 uomini su 100 sono assolutamente pigri, l’80% dei ragazzi dai 13 ai 15-anni non svolge attività fisica moderata eppure il movimento gioca un ruolo fondamentale nella salute cardiovascolare. Più attività significa più salute per il cuore, il cervello, le arterie e le vene: non solo, ma migliora la salute delle ossa, dei muscoli e l’umore. Ognuno di noi deve trovare il tempo, ogni giorno da dedicare all’esercizio fisico, ciascuno in funzione delle proprie possibilità e caratteristiche.

Queste le raccomandazioni di ALT–  Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus, rappresentante in Italia di EHN – European Heart Network  alla luce del report

Physical Activity Policies for Cardiovascular Health sulla relazione fra attività fisica e salute cardiovascolare https://urly.it/346t6

Milano 6  febbraio 2020 – Svolgere attività fisica in modo intelligente non significa necessariamente allenarsi per partecipare alle Olimpiadi: significa che ognuno di noi deve trovare il tempo, ogni giorno e in mezzo alle mille attività di ciascuno, da dedicare all’esercizio fisico, ciascuno in funzione delle proprie possibilità e caratteristiche. Più attività significa più salute per il cuore, il cervello, le arterie e le vene: non solo, ma migliora la salute delle ossa, dei muscoli e l’umore. Queste le raccomandazioni di ALT–  Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus, rappresentante in Italia di EHN – European Heart Network  alla luce del report Physical Activity Policies for Cardiovascular Health sulla relazione fra attività fisica e salute cardiovascolare https://urly.it/346t6

25 donne su 100 e 22 uomini su 100 sono assolutamente pigri

Essere pigri significa moltiplicare la probabilità di andare incontro prima o poi a Infarto, Ictus, Trombosi, Embolia, diabete, ipertensione, aumento dei livelli di colesterolo nel sangue e conseguente aterosclerosi e demenza. Dovremmo saperlo tutti: eppure 25 donne su 100 e 22 uomini su 100 sono assolutamente pigri e non svolgono alcun tipo di attività fisica. Non serve esagerare: svolgere attività fisica in modo organizzato e costante fa bene a tutti, a coloro che sono in buona salute e si credono invincibili, e a coloro che hanno già avuto un incontro ravvicinato con un problema cardiovascolare e si sentono fragili.

Le raccomandazioni

Il report di EHN, network  europeo  nel quale ALT rappresenta l’Italia, dimostra chiaramente che nei Paesi nei quali non esistono leggi che rendano l’ambiente favorevole a una attività fisica moderata le persone si muovono meno e si ammalano di più. 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata, o 75 minuti alla settimana di attività fisica intensa: sono le raccomandazioni indicate dal rapporto europeo.

Partendo da questi numeri – sottolinea la dottoressa Lidia Rota Vender  – presidente di ALT – ognuno può, o meglio dovrebbe, impostare il proprio programma,  in funzione del luogo in cui abita e degli impegni che ha: ma il tempo va trovato e, come ci ricorda anche il professore Valentin Fuster, Presidente del Comitato Scientifico di ALT e Director of Mount Sinai Heart, and Physician-in-Chiefat The Mount Sinai Hospital, New York City, UnitedStates of America nel suo libro pubblicato da Planeta “Abbi cura del tuo cuore: non è mai troppo presto, non è mai troppo tardi”.

Il report sottolinea quanto sia fondamentale che i pazienti che hanno già avuto un evento cardio o cerebrovascolare, come una Trombosi, un Infarto, un Ictus cerebrale, che hanno subito un bypass o un’angioplastica o un intervento di chirurgia vascolare, o che soffrono di diabete o ipertensione o hanno livelli di colesterolo alti troppo a lungo nel tempo o aterosclerosi già diagnosticata abbiano bisogno di decidere di scegliere un programma di attività fisica strutturata in modo organizzato, perchè ne hanno “bisogno”: un programma che ovviamente deve essere compatibile con le fragilità e le caratteristiche di ognuno, che si aggiunga alla riabilitazione guidata da professionisti fisiatri o fisioterapisti. Per ogni persona “un abito su  misura”: è questa, per fortuna e finalmente, la strada che sta riprendendo la medicina, non solo in termini di prevenzione ma anche di cura: perchè ognuno di noi può essere classificato in funzione delle caratteristiche generali (genere, peso, precedenti, farmaci e malattie in corso) in un gruppo, ma rimane comunque speciale e non tutti gli abiti calzano nello stesso modo su tutte le persone del gruppo.

Le Istituzioni (il legislatore in particolare)- conclude la dottoressa Lidia Rota Vender –  devono comprendere che investire in mezzi di comunicazione che permettano di raggiungere tutte le fasce di popolazione per stimolare e facilitare l’accesso a diversi tipi di attività fisica a diversi gruppi di persone è un investimento ad alto ritorno sulla salute futura di una popolazione che non deve essere lasciata sola, ma supportata e incentivata anche da leggi che non puniscano chi è pigro, ma facilitino l’attività fisica e premino chi accetta la sfida”.

PER APPROFONDIMENTI

Link al report in inglese Physical Activity Policies for Cardiovascular Health> https://urly.it/346t6

Link a SALTO ->Amore e problemi di cuoreAttività Fisica: amica della salute

ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus è un’Associazione libera, indipendente e senza fini di lucro. Dal 1987 è impegnata a livello nazionale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari da Trombosi:Infarto del miocardio, Ictus cerebrale, Embolia Polmonare, Trombosi arteriose e venose. ALT finanzia progetti di ricerca scientifica interdisciplinare realizza progetti concreti attraverso campagne educative mirate a combattere i principali fattori di rischio e a creare consapevolezza sui sintomi precoci delle malattie che la Trombosi determina. Dal 1995 rappresenta l’Italia in EHN, network europeo che riunisce 29 associazioni e fondazioni europee dedicate alla prevenzione delle malattie cardiovascolari ciascuna nel proprio Paese www.trombosi.org

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